01 Ottobre 2024

Con l’emanazione della direttiva “Case green”, l’Unione Europea ha stabilito un obiettivo ambizioso: entro il 2050, il patrimonio edilizio (pubblico e residenziale) dei 27 Stati membri dovrà essere a zero emissioni.

Trasformare la propria abitazione in una casa “green” non è un problema dei singoli cittadini, ma una vera e propria necessità sociale. Ne è convinta Adiconsum - associazione a difesa dei consumatori - intervenuta sul tema con un position paper in cui suggerisce ai pubblici decisori una serie di soluzioni che agevolino il recepimento della direttiva nella nostra legislazione.
 

La posizione di Adiconsum

Un dato oggettivo, registrato negli ultimi anni da Adiconsum, è lo scarso livello di consapevolezza degli italiani sulle tematiche della ristrutturazione energetica delle proprie abitazioni. Tenuto conto anche di questo, l’associazione dei consumatori propone di adottare i seguenti strumenti:

  • Piano nazionale di ristrutturazione dell’edilizia, che accompagni i cittadini nella scelta dei migliori investimenti da attuare per conseguire il risparmio e la sicurezza energetica.
  • Osservatorio permanente, ossia una struttura interministeriale da mantenere attiva per la durata del Piano.
  • Centri territoriali di assistenza per la rigenerazione della casa, per fornire informazioni e sostegno ai cittadini.
     

Cultura e consapevolezza

La maggior parte dei proprietari degli appartamenti non conosce il reale stato di efficienza e sicurezza della propria abitazione. Di conseguenza, non è in grado di capire come intervenire e spesso decide di non fare nulla. Allo stesso modo, neanche le istituzioni conoscono il grado di efficientamento del patrimonio immobiliare pubblico e privato. È chiaro, dunque, quanto sia cruciale sensibilizzare i cittadini, alimentando una cultura dello sviluppo sostenibile che guidi le loro scelte pratiche.

Tra le varie proposte contenute nel position paper, Adiconsum suggerisce di indire un censimento sullo stato di consumo energetico e sulla sicurezza degli impianti elettrici degli appartamenti privati per avere un’idea più chiara dei costi della direttiva; prevedere la manutenzione periodica obbligatoria degli impianti ed effettuare controlli sulle case non in possesso della Certificazione di conformità.
 

Corretta informazione su efficienza energetica

Pur manifestando interesse verso il risparmio energetico, i consumatori non sono messi in condizione di scegliere in libertà e conoscenza. Spesso acquistano elettrodomestici e device senza sapere se sono adatti al proprio impianto elettrico e utili a migliorarne l’efficienza.

Per superare tale limite, Adiconsum consiglia la realizzazione di un’adeguata campagna di informazione e formazione dedicata ai cittadini e la creazione di un’etichetta per il materiale elettrico da installare obbligatoriamente da personale certificato.
 

Un punto di riferimento qualificato e imparziale

Lo sviluppo tecnologico ha determinato una crescente complessità degli impianti utili per l’efficientamento energetico. Se è dunque imprescindibile ricorrere a ditte o professionisti competenti e costantemente aggiornati, la realtà è che i consumatori trovano difficoltà nell’individuare dei validi interlocutori.

Ecco perché Adiconsum propone di dare vita a una certificazione che attesti l’effettiva specializzazione dei tecnici abilitati e delle ditte installatrici, prevedendo la presenza di un professionista esperto della materia, imparziale rispetto alla ditta esecutrice, in grado di effettuare una corretta diagnosi energetica e individuare gli interventi realmente necessari.
 

Alti costi e sostegno alle fasce deboli

A bloccare i cittadini sono spesso gli alti costi presunti degli interventi da effettuare per l’efficientamento energetico e la sicurezza degli impianti. Inoltre, i proprietari di immobili di età avanzata spesso sono anche i meno portati ad effettuare interventi sulla propria abitazione, anche a causa dell’eliminazione di una serie di agevolazioni destinate alle fasce di popolazione più anziane e con basso reddito.

Adiconsum propone dunque di reintrodurre lo sconto in fattura per le sole ditte aderenti al Piano nazionale di ristrutturazione dell’edilizia e prevedere l’inserimento di alcuni bonus a supporto dei redditi bassi.
 

Le tappe della Direttiva “Case green”

La direttiva UE 2024/1275 “Case green” (EPBD – Energy Performance of Building Directive) rientra nel pacchetto di riforme Fit for 55. Il testo è entrato in vigore martedì 28 maggio 2024 e i singoli Stati membri avranno due anni per recepirne i contenuti.

Queste le principali tappe intermedie previste da qui al 2050:

  • Dal 2030 tutti i nuovi edifici residenziali dovranno essere costruiti a emissioni zero; l’obbligo scatta dal 2028 per gli edifici pubblici (con qualche eccezione come edifici storici, luoghi di culto etc).
  • Taglio del consumo energetico degli edifici residenziali del -16% entro il 2030 e del -20/22% entro il 2035.
  • Per gli edifici pubblici la riduzione dovrà essere del -16% entro il 2030 e del -26% entro il 2033.
  • Eliminazione dei sussidi per le caldaie autonome nel 2025.
  • Divieto di utilizzare caldaie alimentate da combustibili fossili entro il 2040.
     

Per approfondire

Il testo del position paper Adiconsum sulla Direttiva "Case green"

Efficienza energetica: far bene all’ambiente e al portafoglio

Efficienza energetica: in vigore la nuova Direttiva europea

ENEA, pubblicato il Rapporto annuale sulla certificazione energetica degli edifici

 

Fonte: MASE

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