21 Febbraio 2024

L’essere umano moderno è ormai prevalentemente un abitante metropolitano: l’Organizzazione delle Nazioni Unite stima che oggi il 57% della popolazione mondiale vive in ambienti urbani e la proporzione è in rapido aumento, tanto che nel 2050 potrà arrivare al 70%.

Premessa

In Italia, nelle 14 città metropolitane, corrispondenti al 15,4% della superficie nazionale, risiede il 36,2% della popolazione, ovvero oltre 21,3 milioni di abitanti (ISTAT, 2023).

Le città sono centri di crescita economica, sviluppo e innovazione, ma allo stesso tempo sono spesso afflitte da problemi ambientali come l'inquinamento atmosferico, il rumore, la scarsa qualità dell'aria, le isole di calore urbano e la perdita di biodiversità.

In questo quadro, è fondamentale aver chiaro un aspetto: per una maggioranza dell’umanità, l’unica forma di natura accessibile sarà sempre più quella urbana.

Il verde urbano e la biodiversità nelle città rappresenteranno quindi asset sempre più strategici per il nostro benessere futuro: le città dovranno essere adattate non tanto e non solo ad accogliere più persone, ma ad essere più vivibili.

 

I danni sulla salute del mancato contatto con la natura

L’organismo umano si è evoluto al 99% in natura. È regolato per funzionare al meglio con stimoli, sollecitazioni e input ambientali ‘naturali’.

Oggi l’impatto antropico, soprattutto negli ambienti urbani, modifica e danneggia le funzionalità degli ecosistemi, arrivando a compromettere le relazioni psico-sociologiche, fisiologiche, culturali ed economiche che ci legano all’ambiente che ci circonda.

Le condizioni e gli stili di vita moderni producono continui stimoli e sollecitazioni artificiali - traffico, rumore, luci, tecnologia, schermi e video, ritmi frenetici e tempo “imposto”, panorami artificiali, affollamento - che causano una cronica condizione di affaticamento e stress.

Ciò ha effetti in primo luogo sulla salute mentale, con sintomi che vanno dai problemi di concentrazione e irritabilità a fenomeni più gravi quali ansia, disturbi del sonno, depressione, aggressività, con quadri di disagio sia negli adulti, sia nei bambini e ragazzi.

Secondo l’Istat infatti, in Italia i bambini vivono, approssimativamente, il 90% del proprio tempo al chiuso, trascorrendo più di 40 ore settimanali davanti a TV, tablet o PC.

La loro quotidianità, specialmente nei siti urbani, da un lato è composta da sempre meno tempo libero, gioco libero e spontaneo, dall’altro lato sempre più tempo è riservato ad attività mediate, sotto supervisione, in ambienti al chiuso o comunque strutturati, con una presenza invasiva e dilagante di schermi e soprattutto con scarso o nessun contatto “reale” con l’ambiente naturale. 

Ciò significa deprivare il bambino di tutta una serie di stimoli ed esperienze di cui ha bisogno per crescere bene e rimanere in salute. Significa anche privare genitori, pediatri, etc. di strumenti preziosi per la prevenzione e la terapia di tutta una serie di disturbi che vanno dalla sedentarietà all’obesità, dalle videodipendenze ai deficit di attenzione e iperattività.

Oltre agli effetti psicologici, ci sono poi una serie di problematiche fisiologiche legate agli effetti sul sistema immunitario, che è responsabile della difesa da aggressioni di patogeni esterni e da ‘anomalie’ interne - quali cancro, infiammazioni, malattie cardiovascolari, asma e allergie - ed è pesantemente influenzato da condizioni ambientali, stress e inquinamento.

I dati sono in merito molto eloquenti:

  • le principali cause di morte attribuibili all’ambiente nei Paesi occidentali sono rappresentate da infarto (42% del totale), ischemia del cuore (35%), tumore (20%);
  • più di 100 malattie sono influenzate da fattori ambientali, fra queste il 44% dei casi di asma;
  • il 36% dei tumori al polmone sono dovuti a fattori ambientali;
  • il 17% di questi tumori è attribuibile all’inquinamento dell’aria degli ambienti chiusi (case, scuole, uffici);
  • le attività umane contribuiscono ai cambiamenti climatici (aumento temperature, eventi climatici estremi come alluvioni e siccità) che, oltre ad aumentare il carico di malattie in maniera diretta o indiretta, si stima che potranno causare 250.000 decessi all’anno tra il 2030 e il 2050 (Fonte: Organizzazione Mondiale della Sanità, OMS).

Su quest’ultimo punto, due fenomeni concorrono a rendere nei mesi estivi le nostre città particolarmente inospitali: l’“isola di calore urbana”, la cui intensità si misura come differenza tra temperatura urbana e temperatura rurale e si verifica maggiormente nelle ore serali, e le “onde di calore”, fenomeni indipendenti rispetto al sistema urbano, ma quando arrivano ad interessare le città, il loro effetto si sovrappone a quello dell’isola di calore. In occasione delle onde di calore, cemento e asfalto incamerano elevate quantità di energia rilasciandole durante la notte e facendo sì che lo stress fisiologico si protragga senza tregua per giorni e giorni.

In Europa la settimana dal 17 al 23 luglio 2022, il mese di agosto e l’intero trimestre estivo sono stati tra i più caldi mai registrati in Europa, con temperature di 1,4°C sopra la media (fonte: EU-Copernicus, monitoraggio satellitare del pianeta). A questi dati preoccupanti corrispondono purtroppo dati sanitari ancor più allarmanti: secondo uno studio pubblicato sulla rivista The Lancet dai ricercatori dell'Istituto di Barcellona per la salute globale (ISGlobal), le ondate di calore del 2022 potrebbero essere state responsabili di 70.000 decessi in eccesso in Europa.

 

Più natura, più salute e benessere

Ormai moltissimi studi hanno messo in luce le profonde relazioni tra natura e benessere per quanto riguarda vari aspetti, quali ad esempio la correlazione tra presenza di verde residenziale e risparmio di spese per cure mediche, così come la minore frequenza di diagnosi di disturbi psicologici e psichiatrici in età adulta quando le persone hanno vissuto i primi anni di vita in zone ricche di verde urbano.

Sono stati studiati tre meccanismi attraverso cui la natura esercita effettivi positivi su salute e benessere in ambito urbano:

1. la Mitigazione/protezione (mitigation), ovvero la riduzione del danno determinato da inquinamento ambientale (aria, rumore, acque, ecc.);

2. la Rigenerazione (restoration), ovvero il complesso di meccanismi per cui il contatto con la natura è in grado di rigenerare e ripristinare il buon funzionamento fisiologico, cognitivo e psicologico;

3. la Generatività (instoration), ovvero la possibilità di accedere, tramite l’esperienza e il contatto con gli elementi naturali, a fondamentali modalità di funzionamento psicologico-sociale, attraverso l’attività fisica, la coesione sociale e le opportunità di incontro con gli altri.

I benefici prodotti da alberi e piante sono determinati dalla produzione di ossigeno, dalla rimozione di inquinanti atmosferici, dalla mitigazione di calore rispetto alle aree asfaltate e cementificate, ma il verde e la biodiversità hanno anche una fondamentale funzione estetica, architettonica e culturale, che contribuisce al benessere e a ridurre lo stress nell’ambiente urbano.

Il contatto con la natura riduce il rischio psichiatrico, migliora la salute fisica ed emotiva, le abilità sociali e personali, le capacità sensoriali e aiuta a sviluppare un’attenzione mirata, la capacità di concentrarsi, interessi creativi, sani e partecipativi. Vivere la natura consente di sviluppare in maniera armoniosa l’apparato muscolo-scheletrico, di prevenire le malattie cardiorespiratorie, metaboliche e tumorali, mentre alcune molecole rilasciate dalle piante sembrano esercitare un’azione diretta sul sistema immunitario.

Molti studi hanno dimostrato che per i bambini il trascorrere almeno 80 minuti al giorno all’apertodiminuisce il rischio di sviluppare miopia, giocare e fare esperienze sensoriali in spazi verdi li rende più creativi, collaborativi e permette loro di sviluppare un quoziente intellettivo più alto (Bijnens et al., 2020; Li et al., 2015; He et al., 2015). Fare attività nel verde almeno 20 minuti al giorno rappresenta inoltre uno strumento efficace e non costoso nella gestione dei sintomi del disturbo da deficit di attenzione e iperattività (Faber-Taylor and Kuo, 2009; Faber-Taylor and Kuo, 2011).

 

Conclusioni

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stabilito degli obiettivi specifici per le città al fine di migliorare la salute e il benessere degli abitanti urbani:

  • la promozione di ambienti urbani sicuri, inclusivi e accessibili per tutti e una superficie minima di 9 metri quadrati di spazio verde per abitante;
  • il miglioramento delle infrastrutture verdi all'interno delle città,
  • la protezione degli ecosistemi urbani per garantire la sostenibilità delle città stesse e garantire l'accesso universale a spazi verdi e pubblici.

Uno degli obiettivi (11.7) dell’ONU per lo sviluppo sostenibile (SGDs) è proprio mirato a rendere le città inclusive, sicure, resilienti e sostenibili anche attraverso lo sviluppo e l’accesso a più aree verdi. Per raggiungerlo dobbiamo ridare spazio alla natura, che deve essere concepita come vera e propria “infrastruttura” strategica per comunità e territori sani e resilienti.

L’uomo è infatti parte integrante degli ecosistemi in cui si trova a vivere: il ripristino e la conservazione della biodiversità e degli ecosistemi sono il più concreto investimento a lungo termine per la salute e il benessere di tutta la popolazione.

A partire dal 2022 questi principi sono sanciti anche a livello costituzionale, con la riforma dell’articolo 9 della Costituzione che “Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni”.

Per cambiare i nostri stili di vita e fronteggiare in modo efficace le sfide ambientali, sociali e culturali - tra le quali la crescente urbanizzazione, l’invecchiamento della popolazione, il distacco dei bambini dal contatto con la natura - è necessario progettare nuovi spazi verdi pubblici, tutelare quelli esistenti, garantire il giusto accesso al verde in prossimità delle abitazioni, implementare nuove soluzioni basate sulla natura: tutte azioni ormai urgenti e imprescindibili per crescere bene, stare bene, vivere bene.

 

Vedi anche:

https://culturaeconsapevolezza.mase.gov.it/news/copernicus-2023-lanno-piu-caldo-mai-registrato-fino-ad-ora

https://culturaeconsapevolezza.mase.gov.it/news/ambiente-europa-le-citta-sostenibili-del-futuro-il-caso-pontevedra-in-spagna

https://culturaeconsapevolezza.mase.gov.it/news/orti-urbani-unoccasione-di-sostenibilita-in-citta

https://culturaeconsapevolezza.mase.gov.it/news/fare-scuola-fuori-dalla-scuola

 

Per approfondire:

https://www.who.int/europe/publications/i/item/9789289055581

ISPRA per la salute — Italiano (isprambiente.gov.it)

Green Cities: Good Health (washington.edu)

https://www.eea.europa.eu/publications/zero-pollution/health/air-pollution

https://www.eea.europa.eu/publications/air-quality-in-europe-2022/health-impacts-of-air-pollution

 

Fonte: MASE

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