L’Italia è uno dei Paesi europei che vanta tra i massimi valori di biodiversità in Europa, non solo per numero di specie animali e vegetali presenti. Grazie, infatti, alle condizioni climatiche e geografiche molto differenziate da nord a sud e alla relazione antichissima tra natura e attività umane, nel corso del tempo si è determinata una enorme diversità di ambienti, razze domestiche, varietà vegetali e attività tradizionali, da cui scaturisce il valore del paesaggio, delle varietà di prodotti agricoli locali, di strumenti e metodi di gestione delle risorse peculiari per ogni territorio.
Le aree protette, nel loro insieme, nascono per contribuire alla conservazione di tutti gli aspetti della biodiversità e costituiscono una componente essenziale per la conservazione della natura e del rapporto tra ambiente e benessere dei cittadini, la promozione di uno sviluppo economico compatibile con la tutela delle risorse naturali e la sperimentazione e diffusione di buone pratiche.
In Italia il sistema delle aree di tutela ambientale è formato dall’integrazione fra le aree protette nazionali e regionali, istituite ai sensi della legge quadro sulle aree protette n. 394/91, e i siti della rete Natura 2000, istituti ai sensi sia della Direttiva 92/43/CEE "Habitat" che della Direttiva 2009/147/CE "Uccelli”.
La copertura nazionale di superficie protetta, al netto delle sovrapposizioni tra aree protette e siti Natura2000, ad oggi è di circa 4.068.476 ettari a mare, pari all’11,62% delle acque territoriali e ZPE (Zona di Protezione Ecologica) italiane, e di circa 6.532.341 a terra, pari al 21,68% del territorio italiano (fonte: ISPRA https://indicatoriambientali.isprambiente.it/it/aree-tutelate/superficie-nazionale-protetta-terrestre-e-marina).
I parchi nazionali sono 24 e le Aree marine protette, invece, sono 29 cui si aggiungono due parchi sommersi ed il Santuario internazionale dei mammiferi marini.
Per tutelare l’inestimabile capitale di biodiversità custodito dalle aree protette, l’elemento di partenza indispensabile è la conoscenza: i Parchi Nazionali e le Aree Marine Protette svolgono da anni e un fondamentale lavoro di monitoraggio delle specie e degli habitat, che oggi consente di disporre di una significativa base di informazioni, spesso però non uniformi e integrabili per l’intero sistema delle aree protette nazionali.
Per colmare questo gap, nell’ambito dell’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza finanziato dall'Unione Europea NEXTGENERATIONEU, la specifica Misura M2C4 Inv. 3.2 “Digitalizzazione dei parchi nazionali e delle aree marine protette (DigitAP)”, della Missione “Transizione ecologica e rivoluzione verde”, di cui è titolare il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), mira a stabilire procedure standardizzate e digitalizzate per modernizzare l'efficienza delle aree protette. In particolare, il sub-investimento 3.2 a) “Conservazione della natura - monitoraggio delle pressioni e minacce su specie e habitat e cambiamento climatico” ha proprio l’obiettivo di potenziare le strumentazioni tecnologiche e realizzare una serie di attività scientifiche e verifiche di campo per ampliare in maniera coordinata le conoscenze sulla biodiversità delle aree protette nazionali.
I risultati e i dati delle attività di monitoraggio saranno resi disponibili attraverso l’infrastruttura del Network Nazionale della Biodiversità (NNB), gestita dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), a cui è affidato il coordinamento tecnico scientifico della Misura.
Questo intervento di sistema, che di fatto rappresenta la realizzazione di un Piano di monitoraggio nazionale che vede coinvolti tutti i 24 Parchi Nazionali e le 31 Aree Marine Protette, non solo consentirà un enorme passo avanti per la conoscenza scientifica e la gestione della biodiversità, ma avrà anche ricadute positive in termini di accrescimento delle competenze e della capacità amministrativa, nonché di stimolo per il mercato degli operatori specializzati nel monitoraggio della biodiversità, con positivi effetti occupazionali.
Le aree protette sono mete turistiche sempre più gettonate soprattutto dai tanti che desiderano il contatto con la natura e viaggiare all’insegna della sostenibilità. Anche l’Istat, nel report “Viaggi e vacanze 2023”, fa riferimento al ritorno a livelli pre-pandemici delle visite “alle bellezze naturali” (57,5% dei viaggi estivi), nel cui ambito rientrano ampiamente le aree naturali protette.
Per promuovere una fruizione responsabile e consapevole, sempre attraverso l’investimento del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza dedicato alla digitalizzazione delle Aree Protette, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica ha sviluppato l’app “Visit NaturaItalia” e il portale web Naturaitalia, con informazioni, foto, itinerari da percorrere e mappe interattive e scaricabili dei 24 Parchi nazionali e delle 31 Aree Marine Protette italiane. Per ogni Parco è possibile conoscere ecosistemi, specie floristiche e faunistiche, storia, tradizioni, peculiarità geologiche e paesaggistiche, mentre per le aree marine si possono visualizzare su mappa i punti di immersione, le aree di ancoraggio, i campi boa, i punti di interesse e le zone a diverso livello di tutela in cui l’AMP è suddivisa.
Per dotarsi di adeguate regole che garantiscano l’equilibrio del turismo con la tutela degli habitat naturali, la Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali (Federparchi - Europarc Italia) è da tempo impegnata nella diffusione nelle aree protette della Carta Europea del Turismo Sostenibile, assegnata da Europarc Federation, un metodo di governance partecipata per strutturare le attività turistiche delle aree in un’ottica di sostenibilità.
Sempre la Federparchi ha promosso una campagna di sensibilizzazione e prevenzione, pubblicando le “Regole d’oro”, per garantire una fruizione turistica in sicurezza delle aree naturali: dodici consigli da seguire per avventurarsi sicuri nella natura, riguardanti, ad esempio, la conoscenza dei luoghi, l’attrezzatura idonea, la prevenzione, il meteo.
In conclusione, il sistema di aree protette italiane è un fondamentale presidio a tutela della biodiversità ed è inscindibile dalla complessa rete di attività antropiche che vi si svolgono. La sopravvivenza di questi luoghi e dei loro inestimabili patrimoni naturali, così preziosi e allo stesso tempo così fragili, passa però inevitabilmente per il compromesso tra utilizzo e rispetto delle risorse naturali da parte dell’uomo: questa enorme ricchezza può essere preservata solo attraverso un’approfondita conoscenza, una gestione responsabile e una maggiore consapevolezza collettiva, per garantire alle prossime generazioni non solo un ambiente più sostenibile e resiliente, ma il loro stesso futuro.