Dopo una lunga fase di negoziazioni, il 27 febbraio 2024 il Parlamento Europeo ha approvato la Nature restoration law, la normativa europea finalizzata al recupero a lungo termine della natura danneggiata nelle zone terrestri e marine dell'Unione Europea.
Il regolamento rappresenta un cambio di prospettiva rispetto all’approccio finora impiegato per contribuire al raggiungimento degli obiettivi europei in materia di clima e biodiversità, poiché presuppone il passaggio dalla conservazione alla rinaturalizzazione degli habitat degradati.
Questo approccio è strategico, considerato il contesto da cui si parte.
Oltre l'80% degli habitat europei è infatti in cattivo stato di conservazione: un dato allarmante, che evidenzia l’urgenza di intraprendere azioni concrete. La situazione è tale malgrado l’Unione Europea sia all’avanguardia in tema di legislazione ambientale: le Direttive “Habitat” e “Uccelli” tutelano insieme oltre 460 specie di uccelli selvatici, 1389 specie animali e vegetali e 233 tipi di habitat considerati di importanza comunitaria. Le Direttive inoltre hanno consentito la creazione di una rete ecologica diffusa costituita da oltre 27.000 aree protette, la Rete natura 2000. Nonostante questi strumenti, il monitoraggio di specie e habitat di Direttiva ha mostrato che solo il 27 per cento delle specie tutelate ha uno stato di conservazione soddisfacente e che l’81 per cento degli habitat europei è degradato, per molteplici cause: tra le principali, l’inquinamento, il consumo di suolo, lo sfruttamento eccessivo delle risorse.
A partire dal quadro sopra descritto, sono state sviluppate le attuali politiche europee per la tutela della natura: lo European Green Deal, la Strategia europea per la biodiversità e adesso la Nature restoration law che, secondo la Commissione, apporterebbe notevoli benefici economici, in quanto ogni euro investito si tradurrebbe in almeno 8 euro guadagnati o risparmiati per riparare eventuali danni derivanti dal degrado degli ecosistemi.
Gli Stati Membri, attraverso l’adozione di Piani nazionali di ripristino ambientale che indicheranno nel dettaglio in che modo si intendono raggiungere gli obiettivi, dovranno ripristinare il buono stato di salute di almeno il 30% degli habitat terrestri e marini considerati dal Regolamento entro il 2030. Questa percentuale aumenterà poi al 60% entro il 2040 e al 90% entro il 2050. Fino al 2030 la priorità andrà dedicata alle zone Natura 2000, e si dovrà sempre garantire che le zone ripristinate non tornino a deteriorarsi in modo significativo.
La Legge impone di arrivare ad una tendenza positiva in alcuni indicatori che riguardano diversi ecosistemi. Per quelli agricoli, i paesi dell'UE dovranno registrare progressi in due di questi tre indicatori: indice delle farfalle comuni; percentuale di superficie agricola con elementi caratteristici del paesaggio con elevata diversità; stock di carbonio organico nei terreni minerali coltivati. Dovranno anche adottare misure per migliorare l'indice dell'avifauna comune, dato che gli uccelli sono un buon indicatore dello stato di salute generale della biodiversità.
La legge prevede però che, in circostanze eccezionali, possano essere sospesi gli obiettivi relativi agli ecosistemi agricoli, qualora tali obiettivi riducano la superficie coltivata al punto da compromettere la produzione alimentare e renderla inadeguata ai consumi dell'UE.
I paesi dell'UE dovranno inoltre attuare azioni volte al ripristino di habitat di torbiera, di ecosistemi forestali, di ecosistemi fluviali, di ambienti marini e lacuali, nonché di spazi verdi urbani.
L’ultimo step per la definitiva adozione della Nature restoration law è il passaggio e l’approvazione da parte del Consiglio europeo, dopodiché sarà pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell'Unione Europea ed entrerà in vigore 20 giorni dopo.
L’Europa sarà così a quel punto dotata di un nuovo prezioso strumento normativo che sancisce la salvaguardia la natura come l’investimento più vantaggioso per il pianeta, per noi, per le altre specie e per le future generazioni.
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Per approfondire:
https://www.lescienze.it/news/2024/03/04/news/nature_restoration_law_europa-15282767/