I prodotti tessili sono presenti nella vita quotidiana di tutti noi. Sono capi di abbigliamento, tessili per la casa e l'arredamento, dispositivi medici e di protezione, ma sono presenti anche negli edifici e nei veicoli.
La produzione di prodotti tessili continua ad aumentare, così come il loro impatto sul clima, sul consumo di acqua e di energia e sull'ambiente. Basti pensare che la produzione mondiale di prodotti tessili è quasi raddoppiata tra il 2000 e il 2015 e che nell'Unione europea il consumo di tali prodotti, per la maggior parte importati, rappresenta attualmente in media il quarto maggiore impatto negativo sull'ambiente e sui cambiamenti climatici e il terzo per quanto riguarda l'uso dell'acqua e del suolo.
Sono spesso prodotti poco durevoli e frequentemente sostituiti: ogni anno nell'UE vengono buttati via circa 5,8 milioni di tonnellate di prodotti tessili, ossia circa 11 kg a persona, e, a livello mondiale, ogni secondo l'equivalente di un camion carico di materiali tessili è conferito in discarica o incenerito.
Le nostre abitudini quotidiane sono alla base di questi numeri: siamo sempre più attratti dalla "fast fashion", ovvero la tendenza a utilizzare capi di abbigliamento per periodi sempre più brevi prima di buttarli, comprando indumenti di qualità inferiore e prezzi più bassi, prodotti rapidamente in risposta alla moda del momento.
Questa è la prima causa di modelli insostenibili di sovrapproduzione e di consumo.
La domanda crescente di prodotti tessili alimenta infatti l'uso inefficiente di risorse non rinnovabili, compresa la produzione di fibre sintetiche a partire da combustibili fossili. La dispersione di microplastiche dai tessili sintetici e dalle calzature durante tutte le fasi del loro ciclo di vita incrementa ulteriormente l'impatto ambientale del settore.
Inoltre, le pressioni volte a ridurre al minimo i costi di produzione in modo da soddisfare la domanda di prodotti a prezzi accessibilida parte dei consumatori richiede una manodopera a bassa retribuzione e non qualificatadel settore tessile, in gran parte composta da donne e purtroppo, in molti Paesi, anche da minori.
È necessario accrescere la nostra consapevolezza degli effetti ambientali, sociali ed economici della fast fashion, orientando gli acquisti verso ciò che realmente è necessario, verso prodotti di qualità, durevoli, riciclabili, a loro volta costituiti da fibre riciclate e prive di sostanze pericolose, nonché prodotti nel rispetto dei diritti sociali e dell'ambiente.
Solo così si potrà invertire la rotta, beneficiando più a lungo di tessuti di elevata qualità a prezzi accessibili, passando da una moda rapida ad un'ampia disponibilità di servizi di riutilizzo e riparazione economicamente vantaggiosi.
Attuando una concreta circolarità dell’economia.
Riducendo i rifiuti, dando vero valore al singolo oggetto, al lavoro che lo ha prodotto e alle risorse naturali utilizzate per produrlo.
Comprando meno, scegliendo meglio, utilizzando più a lungo.
Il video sulla trasformazione di una vecchia maglietta in borsa