“Materie prime critiche e produzioni industriali italiane. Le opportunità derivanti dall’economia circolare”: è questo il titolo del Position Paper promosso da Ispra e realizzato da The European House – Ambrosetti in collaborazione con IREN.
Il documento ha evidenziatolacentralità delle materie prime critiche per le produzioni industriali europee e le possibili criticità legate alla concentrazione delle forniture. In particolare, obiettivo del lavoro è stato quantificare il fabbisogno attuale e prospettico per l’Italia tenendo conto delle opportunità che può offrire l’economia circolare.
Nel 2023 la Commissione Europea ha identificato 34 materie prime critiche per l’industria europea, di cui la Cina è oggi il principale fornitore (56% delle materie prime critiche).
Per fronteggiare un mercato fortemente concentrato, il Critical Raw Materials Actdella Commissione europea ha stabilito che, entro il 2030,l’estrazione, la raffinazione e il riciclo debbano soddisfare, rispettivamente, almeno il 10%, 40% e 15% del fabbisogno europeo di materie prime critiche, con la finalità di rendere le filiere industriali più resilienti e meno dipendenti da Paesi terzi.
A questo contesto, si aggiunge la difficoltà di approvvigionamento di quelle che, nel corso del 2023, sono state definite dall’UE materie prime strategiche, ovvero le materie prime necessarie per produzioni industriali che ricadono in settori di utilizzo strategici identificati in: energie rinnovabili, mobilità elettrica, digitale, aerospazio e difesa.
Come evidenziato dal Position Paper, la transizione energetica avrà un impatto rilevante sul fabbisogno di materie prime strategicheancheper l’Italia, dove è previsto che - entro il 2040 - questo aumenterà di circa 11 volte considerando il piano delnostro Paese di avviare una produzione specializzata negli ambiti dell’eolico e del fotovoltaico e di garantire uno sviluppo del settore tecnologico in linea con i target energetici europei.
Sulla base di quanto è emerso dallo studio, l’economia circolare rappresenta un’opportunità fondamentaleanche alla luce dei volumi crescenti di tecnologie low-carbon che raggiungeranno il fine vita: le stime fornite prevedono che lo stock di prodotti riciclabili,entro il 2040, subirà un aumento pari a 11 volte.
In questo contesto - sempre con riferimento al 2040 - il riciclo potrà soddisfare dal 20% al 32% del fabbisogno italiano annuo di materie prime strategiche, con il target del 15% fissato dalla Commissione Europea che potrà essere raggiunto già nel 2030.
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